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La fisiologia

Di seguito alcune malattie del cane

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La Rabbia

(Maria Vittoria Moriotto, Medico Veterinario)

E' una malattia infettiva virale che colpisce animali a sangue caldo: i più sensibili sono le moffette, i Canidi e pipistrelli (cani, gatti e uomo presentano una suscettibilità intermedia).
Gli animali selvatici rappresentano il principale serbatoio della rabbia, mentre gli animali domestici sono la fonte più importante di infezione per l'uomo. Quando la rabbia viene tenuta sotto controllo nel cane e nel gatto, anche i casi di rabbia nell'uomo diminuiscono
Il virus provoca un'encefalite acuta caratterizzata da alterazioni del comportamento, aggressività, paralisi progressiva e morte.
L'infezione avviene per contatto con la saliva infetta di un animale rabido, tramite un morso che possa aver danneggiato le fibre nervose o le terminazioni nervose, oppure può verificarsi con il semplice contatto di una ferita fresca, o della mucosa congiuntivale/olfattoria con la saliva infetta.
Il periodo di incubazione può variare dalle 3 settimane fino ad 1 anno: dopo essere stato inoculato, il virus migra attraverso le fibre dei nervi periferici, fino a raggiungere il sistema nervoso centrale (encefalo, midollo spinale).
Dopo essersi moltiplicato nei neuroni del cervello, migra in senso centrifugo nelle fibre nervose, fino a raggiungere le ghiandole salivari, con conseguente eliminazione del virus attraverso la saliva.
La rabbia riconosce tre stadi:
-prodromico: si osservano alterazioni del comportamento e del carattere, con irrequietezza, morsi a vuoto, vocalizzazioni incontrollate
-furioso: eccitabilità crescente in risposta a stimoli esterni, tentativi di mordere o ingerire qualsiasi cosa
-paralitico: compaiono crisi convulsive come risposta al danno provocato dal virus ai neuroni, variazioni del tono della voce, incoordinazione degli arti posteriori, paralisi progressiva. La paralisi dei muscoli masticatori è responsabile della fuoriuscita della saliva dalla bocca e dell'incapacità di deglutire. Lo stadio paralitico perdura fino a 4 giorni, quindi sopravviene la morte per arresto respiratorio.
Il sospetto di rabbia si basa sull'anamnesi (racconto degli eventi che possono essere messi in relazione con lo stato di malattia dell'animale) e sui segni clinici.
La conferma della diagnosi di rabbia si può fare solo quando l'animale è morto, prelevando dei tessuti dal cervello o dal tronco cerebrale ed eseguendo un esame istologico.
I cani che presentano segni clinici riferibili alla rabbia devono essere messi in stretto isolamento per evitare la possibile trasmissione all'uomo o ad altri animali, o in alternativa devono essere sottoposti ad eutanasia.
La prevenzione della rabbia si effettua vaccinando cani e gatti domestici e, laddove è possibile, anche gli animali randagi.
Dal 1 ottobre 2004 è entrata in vigore la nuova normativa sanitaria dell'Unione Europea che disciplina la movimentazione tra i Paesi membri dell'Unione Europea di cani, gatti e furetti nonché l'introduzione e la reintroduzione di tali animali, provenienti dai Paesi terzi, nel territorio comunitario.
Gli animali introdotti al seguito dei proprietari o responsabili devono essere muniti del passaporto comunitario e identificati tramite un microchip. Il passaporto, rilasciato da un veterinario abilitato dall'autorità competente del Paese di provenienza, deve attestare l'esecuzione della vaccinazione antirabbica e, se del caso, di una nuova vaccinazione nei confronti della rabbia in corso di validità.
E' vietato introdurre in Italia, sia dai paesi membri dell'Unione Europea che dai Paesi Terzi, cani e gatti di età inferiore ai tre mesi e non vaccinati nei confronti del virus della rabbia.


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